Ercole Olivario
Cos’è
Il Concorso Ercole Olivario è nato nel 1993 da una riflessione avviata dal sistema camerale con i principali operatori del settore olivicolo con lo scopo di creare un momento di valorizzazione dell’olio extravergine d’oliva, un prodotto che nel panorama della produzione agroalimentare del nostro Paese riveste un ruolo basilare sia da un punto di vista economico che culturale: la coltivazione dell’olivo infatti è al tempo stesso un elemento caratteristico del paesaggio italiano ed un prodotto tipico per eccellenza.
Nella sua attenzione verso il concetto di qualità, il Concorso non poteva non recepire le istanze provenienti dalla politica agricola attuata dall’Unione Europea in materia di valorizzazione delle produzioni tipiche del settore agroalimentare. Questa politica assume una connotazione del tutto particolare, per un Paese, come l’Italia, che nella promozione delle produzioni tipiche rinviene un importante fattore di sviluppo dell’intero sistema produttivo. Per questo motivo, il Concorso Ercole Olivario ha aperto l’ambito di partecipazione agli oli a denominazione di origine protetta, creando un’apposita sezione di competizione ad essi destinata.
In prospettiva, con la completa implementazione dei sistemi di certificazione, l’Ercole Olivario si trasformerà in un Concorso destinato esclusivamente agli oli a denominazione di origine. Tale ruolo di centralità nasce dalla convinzione del Comitato di coordinamento della necessità di valorizzare gli oli a denominazione di origine protetta nel duplice intento di consentire ai produttori italiani di operare in un contesto altamente competitivo a livello europeo e di offrire ai consumatori garanzie di tutela attraverso una diversificazione sempre più ampia dell’offerta di prodotti alimentari.
Il simbolo
Il logo del Premio
Il simbolo del concorso è una rielaborazione grafica attraverso la tecnica dell’acquarello del tempio di Ercole Olivario. Posto nel Foro Boario, di fronte alla Chiesa di Santa Maria in Cosmedin, a Roma.
Il monumento costituisce la rappresentazione più adeguata del rapporto che lega la produzione dell’olio di oliva con le sue origini, con le principali testimonianze archeologiche e monumentali del mondo antico e con la stessa cultura classica.
Dedicato al mitico Dio Ercole, divinità patrona del mondo agricolo, il tempio fu costruito nel I secolo avanti Cristo a spese dell’antica corporazione romana dei produttori di olio d’oliva. Questi esportavano il loro prodotto in tutte le province dell’impero, imbarcandolo sulle navi ormeggiate alle banchine del più antico porto di Roma, sulle rive del Tevere, prospicienti lo stesso edificio.
Erroneamente detto Tempio di Vesta (identificazione dovuta all’analogia con la forma circolare del tempio di Vesta al Foro Romano, unico e solo in tutto l’impero), oggi e ormai riconosciuto e identificato con il suo vero nome grazie alle documentazioni archeologiche e all’esame dei riferimenti letterari degli autori latini.
In età medioevale il tempio fu trasformato nella chiesa di S. Maria del Sole; il nome, dovuto alla torma circolare, ripropone il rapporto tra il sole e la produzione agricola.
Soltanto nei 1935 l’edificio fu riportato all’originaria realtà archeologico monumentale, con le sue maestose colonne scanalate e i preziosi capitelli corinzi, che ne fanno il più significativo esempio di architettura greca di stile classico presente in Italia. II monumento e uno dei tre templi romani giunti integralmente fino a noi; gli altri sono il vicino tempio di Portunus e il Pantheon.
Categorie e giudici
I sostenitori
L’albo d’oro
È ora disponibile per il download l’Albo d’Oro realizzato in occasione della XXX Edizione del premio.
Il documento, che ha un peso di circa 21 Mb, è scaricabile in formato “.pdf” utilizzando il seguente link.